scritti politici

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Un articolo di Gilad Atzmon
Da Stalingrado a Gaza con amore

Benjamin Netanyahu, è fatto di una pasta diversa da quella di Ehud Barak. Diversamente da Barak, che è ossessionato solo dalla banale applicazione della forza militare, Netanyahu è preoccupato invece dalla “power of deterrence” ed è anche abbastanza intelligente da capire che le conseguenze di una invasione di terra della Striscia di Gaza potrebbero significare l’eliminazione totale di tale forza.

21 novembre 2012

Uno spiegamento su larga scala della fanteria è una cosa complicata. Si arriverebbe a violenti scontri con civili ostili in un territorio densamente popolato, con inevitabili casi di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, una condanna internazionale, un’inevitabile conflitto con gli alleati degli israeliani, e così via.

Inoltre, un’ escalation di questo genere potrebbe dimostrare, ancora una volta la forza di resistenza della società palestinese, a differenza della vulnerabilità di quella israeliana. Lasciate che vi dica, non è questo che Netanyahu aveva in mente due settimane fa, quando ha deciso di eliminare solo qualche palestinese al fine di vincere le prossime elezioni israeliane.

Netanyahu preferisce uccidere i palestinesi da lontano, con missili, navi da battaglia, droni e F16. Israele ha avuto inizialmente un piano operativo limitato dell’operazione Pillar Cloud. Ma ai generali israeliani, non ci è voluto più di un paio d’ore per rendersi conto di essere stati colti di sorpresa da Hamas. Come in Libano del 2006, Israele era ben lontana dall’essere pronta per questo conflitto. Non si è riuscito a capire che Hamas si è preparata per questa battaglia. Questa mattina presto ho visto su BBC News, sventolare una bandiera palestinese in cima a una casa distrutta a Gaza e rasa al suolo da Israele durante la notte. Il messaggio era chiaro: Hamas è pronta a fare di Gaza una Stalingrado. I generali israeliani lo sanno e alcuni di loro sono abbastanza intelligenti da capire la sorte dei loro soldati, se dovessero decidere per un’ invasione di terra.
Non sono disposti a essere la Sesta Armata di Netanyahu.

Hamas ha chiaramente vinto questo round di violenza, è riuscita a spingere Israele verso l’angolo. Gli israeliani sono ora in attesa di Netanyahu e Barak per fermare l’"immanente" minaccia balistica palestinese. Eppure, l’IDF non ha nessuna soluzione magica militare se non quella di un’invasione di terra.

Ma può lo Stato ebraico riscattare se stesso, Israele può davvero vincere questa situazione senza speranza? Assolutamente si. Basterebbe imparare ad amare il prossimo, accettare la causa palestinese, per capire che i razzi sono in realtà una lettera d’amore alla terra rubata, città, villaggi, campi e frutteti. Ma può lo Stato ebraico guardarsi allo specchio e capire tutto questo? Può lo Stato ebraico comprendere il suo peccato originale, la sua realtà come un’entità di saccheggio permanente e oppressivo ? Sì, certo che può, solo se smette di essere uno Stato ebraico.

Gilad Atzmon
gilad.co.uk, 17 novembre 2012.

Tutte le versioni di questo articolo:
- From Stalingrad to Gaza with Love