scritti politici

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Giornalisti arabi commentano la contestazione in Siria
Siria: Forze politiche marginali sotto il controllo di bande armate?

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16 maggio 2011

Delle formazioni e personalità liberali e di sinistra siriane, che partecipano al movimento di contestazione contro il regime , vogliono far credere che esercitano un’influenza determinante sugli eventi in corso e reclamano, di conseguenza, un sostegno esterno della loro azione.In realtà, i movimenti lanciati da un’opposizione interna e esterna si sono trasformati in paraventi per degli attacchi sanguinosi contro l’esercito e le forze di sicurezza, che hanno già fatto decine di morti e centinaia di feriti nelle file militari. Inoltre si contano centinaia di vittime civili a causa di queste formazioni che hanno spinto i cittadini in raduni all’interno dei quali si sono intrufolati degli estremisti armati.

Qualsiasi gruppo o personalità che non prenda una posizione chiara riguardo la presenza di uomini armati e non si distingue rifiutando di partecipare a dei raduni che servono da paravanto a delle attività armate contro le Stato e le Istituzioni, é complice e responsabile delle conseguenze dell’insurrezione militare contro la sua Patria. Quello che succede attualmente non ha niente a che vedere con gli slogan di riforma scanditi dai liberali e quelli di sinistra utilizzati come barricate da degli estremisti-takfiristi [1], responsabili di massacri organizzati e della distruzione sistematica delle amministrazioni e instituzioni dello Stato.

Questa opposizione che pretende essere democratica e patriottica non puo’ chiudere gli occhi davanti alla realtà di cio’ che accade in Siria. Cio’ significa che non puo’ ignorare il peso centrale dei Fratelli Musulmani, sostenuti dagli Stati Uniti, l’Europa, l’Arabia Saudita e il Qatar, per nuocere al ruolo nazionale e resistente della Siria in Medio Oriente.

Ogni oltraggio all’equilibrio interno in Siria a causa degli eventi in corso avrà delle repercussioni a 2 livelli : indebolire la posizione della Siria nel conflitto israelo-arabo ; permettere ai Fratelli Musulmani di coglierne i dividendi politici. E’ proprio qui che si trova il segreto dell’insistenza dell’Occidente nei confronti del regime siriano in modo tale che (il regime) dia inizio ad un dialogo con i « Fratelli » e con le personalità dissidenti che hanno formato nel 2005 un fronte finanziato e sostenuto da Saad Hariri e il Principe Bandar Ben Sultan.

Questi liberali e questi « di sinistra » dovrebbero sapere che lo scopo di questo fronte, a parte l’indebolimento dello Stato, é di disfarsi di loro, se, nel frattempo, la Siria non é spezzata da una guerra civile a ragione dello smantellamento del potere centrale. Una guerra che potrebbe durare degli anni se non dei decenni e che confinerà alle calende greche i sogni di riforme e di modernizzazione del paese. Un po’ come é successo in Libano negli anni 70 del secolo scorso, quando la guerra civile ha sotterrato con le sue decine di morti i sogni di riforme politiche e costituzionali della sinistra, per arrivare, alla fine della guerra nel 1990, ad un regime ancora più confessionale, retrogrado e arcaico di quello che esisteva prima del 1975.

Eppure, non c’é ragione di paragonare la sinistra libanese degli anni 70, che rappresentava la maggioranza della popolazione, ai democratici, liberali e di sinistra siriani, che, nonostante l’apporto dell’onda islamista, non sono riusciti a mobilizzare in tutta la Siria, venerdi 6 maggio, più di 50.000 manifestanti. Dei milioni di Siriani hanno preferito restare a casa loro dopo i discorsi settari venuti dall’estero e l’assassinio di un centinaio di militari commesso dagli estremisti « democratici ».

Le personalità liberali e di sinistra assomigliano a una piccola corale diretta da dei capi sanguinari dei fratelli Musulmani e da cheicchi takfiristi e wahhabiti. L’ulama (nel mondo islamico, dottore di diritto e di teologia) saudiano Saleh El-Haidane, non ha formulato una fatwa che autorizza il massacro « di un terzo del popolo siriano in modo che vivino i due terzi » ? E il predicatore egizio-qatari Youssef el-Kardaoui non ha formulato una fatwa per precipitare la Siria nei tormenti della guerra civile ? Nessuna tra queste personalità « liberali » e « democratiche »ha osato emettere la minima critica. Perché ?

Oggi,é giunta l’ora della verità. In nome delle riforme e della democrazia, l’Occidente vuole strappare alla Siria delle concessioni che concernano le sue costanti nazionali nel conflitto israelo-arabo. Gli estremisti takfiristi vogliono avere accesso al potere anche se per questo bisogna smantellare lo Stato e uccidere un terzo dei Siriani. Altri infine, vogliono delle vere riforme….che il Presidente Bachar el-Assad si é detto determinato a portare a termine. Ora che i giochi son fatti, ciascuno deve scegliere la sua strada. Il regime, lui, ha scelto la sua : la concomitanza tra le riforme e la difesa dell’unità della patria contro coloro che vogliono distruggerla.

New Orient News (Libano)
Tendances de l’Orient No 30, 9 maggio 2011.

Traduzione di Carola Carlotta (16.05.2011):
http://www.voltairenet.org/article169875.html

Testo originale in francese (09.05.2011):
http://www.neworientnews.com/news/fullnews.php?news_id=30429



[1Nell’Islam, il “Takfirismo” é una forma di intolleranza estremamente violenta che si caratterizza dalla propensione a gettare l’anatema non solo contro i non musulmani ma anche – e prioritariamente- contro altri musulmani. In Siria il Takfirismo si é cristallizzato contro gli Alawiti (che sono sovrarappresentati nelle istanze politiche e militari) e contro gli Shiiti particolarmente contro le sceicco Mohammad Hussein Fadlallah (1935-2010) leader spirituale dell’Hezbollah, paragonando il suo umanismo e la sua apertura in materia di democrazia o di usanze a dell’apostasia.