scritti politici

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Un analisi di Wassim Raad
L’ascesa della potenza iraniana e i nuovi equilibri

Le manovre iraniane in corso nella regione del Golfo e nei dintorni sul fronte della disputa tra Teheran e Washington, porta una serie di segni importanti che indicano la natura dei cambiamenti che si verificano nella bilancia delle potenze internazionali e delle equazioni mutanti in tutto l’oriente islamico, soprattutto dopo le sconfitte che hanno colpito l’avventura dell’impero statunitense nel corso degli ultimi dieci anni, e le particolarità nella successiva fuga statunitense dall’Iraq.

12 gennaio 2012

In primo luogo, durante queste manovre, l’Iran ha mostrato le sue avanzate capacità militari, ha confermato la solidità della formazione strategica militare iraniana e la sua superiorità nelle forze di terra, mare e aria. Ciò che gli iraniani hanno mostrato, ha costituito un modello per la superpotenza militare globale, come hanno concluso gli esperti militari negli Stati Uniti, Europa e Israele. Sotto la copertura della propaganda che ha minimizzato l’importanza delle attrezzature militari iraniane viste nelle manovre, circoli occidentali e israeliani hanno espresso un serio timore sulla natura del messaggio strategico e qualitativi portato da queste manovre, in tutti i loro dettagli, in termini di gittata dei missili, qualità delle navi da guerra e competenza della forza aerea iraniana.

In secondo luogo, il successo più evidente e importante che è stato registrato da queste manovre e che hanno consacrato l’Iran come una superpotenza mondiale e regionale, si è visto nell’elevata competenza tecnica del comando iraniano, nonostante le superiori capacità di cui godono il Pentagono e la NATO. Inoltre, nonostante la presenza della 5° flotta statunitensi e la mobilitazione dei satelliti spia negli Stati del Golfo, l’Occidente non può ostacolare il lancio di uno dei missili iraniani che erano presenti nelle manovre, o ostacolare le manovre che si hanno avuto successo al 100%. A questo livello, il dirottamento dell’aereo da ricognizione statunitense ha dimostrato la capacità di infiltrare il Pentagono e intercettarne i codici da parte degli iraniani, mentre gli statunitensi non sono in grado di fare la stessa cosa verso i codici iraniani e il sistema di comunicazione utilizzato da tutte le sue forze e armi.

In terzo luogo, i risultati politici dati dallo spettacolo della potenza iraniana nella regione, hanno iniziato ad emergere e a materializzarsi consecutivamente, mentre gli statunitensi assegnavano al loro uomo in Turchia, cioè Ahmet Davutoglu, il compito di mediare con la Repubblica islamica dell’Iran, per riprendere i negoziati. Ma ciò che non è stato annunciato, è il contenuto dei colloqui durante i quali gli iraniani hanno rilasciato dichiarazioni forti, che riflettono i nuovi equilibri, sia nella loro risposta alle richieste e alle condizioni sui negoziati, sia per quanto riguarda la severa posizione nei confronti del coinvolgimento turco nella cospirazione contro la Siria. Nonostante i segni che annunciano una guerra su larga scala nella regione e la decisione statunitense di effettuare manovre congiunte con Israele, in risposta a quelle iraniane, la realtà si impone con il riconoscimento da analisti ed esperti che l’ascesa della superpotenza iraniana ha iniziato di governare le più importanti politiche degli USA, soprattutto in Medio Oriente.

L’Iran è in prima linea negli eventi, invece della Siria

L’Iran ha deciso di lanciare il suo contrattacco nel Golfo e nello Stretto di Hormuz su più fronti contemporaneamente, con una manovra molto intelligente e precisa. Ha inoltre aperto il dossier delle attività di arricchimento dell’uranio, annunciando che è in grado di raggiungere un livello di arricchimento del 20%, il che significava, di conseguenza, che non ha bisogno dell’accordo che è stato precedentemente offerto da Turchia e Brasile. L’Iran è stato anche in grado di attirare Washington e le capitali europee in una guerra finanziaria e petrolifera.

Infatti, con Washington, ha aperto il fronte delle banche, che raggiunto la Cina spingendola a rilasciare un morbido avvertimento a Washington, affinché ritratti le sanzioni unilaterali. Con l’Europa, ha aperto il dossier del mercato petrolifero, minacciando di ostacolare il commercio del petrolio nella regione del Golfo, attraverso il controllo sullo stretto di Hormuz, spingendo Washington a minacciare di usare la forza e l’Iran a rispondere con le sue potenti manovre. Questo ha spinto Washington a ritirarsi con lo slogan che non è alla ricerca di problemi con nessuno.

Questa cortesia statunitense è stata accompagnata da una escalation europea e da messaggi turchi. Da un lato, la Turchia ha ribadito la sua offerta di riprendere la sua mediazione sul dossier nucleare, dopo il doppio annuncio iraniano sulle attività di arricchimento e la disponibilità a negoziare, mentre d’altra parte, l’Europa ha deciso di interrompere l’importazione del petrolio iraniano, senza fissare delle date precise.

Ciò significa:
- Che l’Iran ha organizzato è un’alternativa al mercato petrolifero europeo – e in particolare la Grecia – grazie alla Cina, ma ha anche organizzato le sue alternative bancarie tramite le banche cinesi.
- Che l’Iran è riuscito a torcere il braccio di Washington e affronta la caparbietà europea con un misto di diplomazia e spettacolo di potenza. — Che l’Iran ha accettato di concedere un ruolo alla Turchia nei negoziati, a condizione che cambiasse la sua posizione nei confronti della crisi siriana, come è stato affermato dal capo del comitato di sicurezza del parlamento iraniano.
- Che l’Iran è riuscito a sottrarre i riflettori internazionali e alla crisi siriana, costituendo un contrattacco i cui segni hanni iniziato a emergere in parallelo al ritiro statunitense dall’Iraq.

New Orient News (Libano)
Caporedattore: Wassim Raad
Orient Tendencies No 63, 9 gennaio 2012.

Tutte le versioni di questo articolo:
- The Rise of the Iranian Power and the New Balances