scritti politici

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Detenzioni arbitrarie in Marocco
Alcuni detenuti muoiono lentamente nell’indifferenza generale

29 prigionieri marocchini vittime della follia post 11 settembre, consegnati a dei torturatori perché musulmani - fra di loro l’italo-marocchino Elkassim Britel, rapito dalla CIA, vittima delle extraordinary rendition - sono in sciopero della fame da 27 giorni in Marocco. Le loro vite sono in pericolo.

21 dicembre 2009 | - : Dopo l’11 settembre Maghreb

Dal 24 di novembre hanno smesso di nutrirsi in segno di protesta dopo esser stati sottoposti ad ogni tipo di trattamento degradante nella prigione di Oukasha [1]. Non è il loro primo sciopero della fame. Sei di loro sono in uno stato di salute allarmante.

Nel suo comunicato l’associazione marocchina dei diritti umani An-Nassir segnala che "Lo stato di salute degli scioperanti della fame nella prigione di Oukasha è allarmante. Sei dei 29 detenuti islamisti in sciopero della fame dal 24/11/2009 sono in pericolo. Hassan Kettani è sottoposto ad un regime di isolamento totale. Noi chiediamo un intervento rapido delle persone nel mondo per salvare la vita di questi detenuti".

Nessuna ONG si è degnata di rispondere né a quest’appello né alle grida di dolore delle famiglie angosciate e impotenti a far cambiare la situazione.
Abbiamo contatto diverse ONG a Ginevra per sapere se intendevano intervenire nei confronti delle autorità marocchine. Siamo stati piuttosto sorpresi nel constatare l’assenza di reazione, anzi l’indifferenza da parte di questi sedicenti difensori dei diritti umani, quando ci sono delle vite in gioco.

La moglie di Elkassim Britel [2] ci ha confidato di essere scandalizzata dall’indifferenza che circonda questi detenuti musulmani, vittime di detenzione arbitraria e violenze. Il suo paese, l’Italia, nulla ha fatto per esigere dal Marocco la liberazione del marito.

Post-Scriptum

Oggi, 30 dicembre 2009, i prigionieri di Oukasha sono sempre in sciopero della fame. Dal 24 novembre, sono al trentasettesimo giorno. Da oggi tutte le altre prigioni si sono messe in sciopero della fame ; le famiglie dei detenuti disperate, si sono piazzate davanti alla prigione di Oukasha sperando che questo regime repressivo faccia un gesto di clemenza verso i prigionieri che sono in pericolo di vita.

Silvia Cattori

Traduzione di Khadija

Originale in francese (21.12.2009):
http://www.silviacattori.net/article1052.html



[1Ottomila persone sono detenute nella prigione di Oukasha a Casablanca.

Sulla situazione generale dei diritti umani in Marocco, si veda l’Intervista ad Abdelilah Benabdesslam, vice-presidente dell’AMDH (Associazione marocchina per i diritti dell’uomo) dal 2007: “Alla scoperta di Abdelilah Benabdesslam, militante da una vita”, rumoridalmediterraneo.blogspot.com, 7 gennaio 2010.
La seconda parte dell’intervista si concentra sul ruolo rivestito dall’AMDH all’interno della società marocchina, sui suoi rapporti con il regime e sulle battaglie portate avanti dall’associazione, in particolare quella a sostegno dei detenuti islamici.

[2Elkassim Britel è il solo cittadino europeo ancora detenuto dopo una « extraordinary rendition ». Non aveva alcun problema con la giustizia in Italia ; non viveva più in Marocco da 13 anni quando, nel 2002, fu rapito e trasportato dalla CIA con l’aereo in Marocco, consegnato agli aguzzini del Regno per essere torturato.